«Non faremo classiche testimonianze del nostro viaggio, vogliamo raccontare l’umanità incontrata. Quell’umanità che abbiamo visto anche dove c’erano diritti violati e violenza contro i migranti, perché trovavi almeno dei volontari che aiutavano gli altri» con queste parole Milena Baretta, di Villafranca Piemonte, racconta il senso della serata che si terrà domani mercoledì 12 a Vigone, alle 21, nell’oratorio di via Fiochetto 8.
“Umanità ininterrotta” è una serata itinerante frutto di un viaggio sulla Rotta Balcanica di un gruppo di giovani dai 20 ai 25 anni, di cui cinque ragazzi piemontesi, una di Siena e la fotografa Barbara Beltramello. Oltre a due referenti degli scalabriniani, più un ragazzo che da casa curava la comunicazione del viaggio sui social media.
Il gruppo piemontese era composto da Baretta e Miriam Casetta di Villafranca Piemonte, Martina Cociglio di Torino e Simone Garbero e Davide Pignata di Chieri.
«Ci siamo conosciuti perché abbiamo fatto un’esperienza di volontariato in Provincia di Foggia, dove i Padri Scalabriniani, cui fa capo l’associazione Via Scalabrini 3, seguono i migranti, insegnando loro l’italiano, aggiustando biciclette e così via» racconta Baretta
L’idea del viaggio sulla Rotta dei Balcani, che dalla Turchia porta a Trieste, è nata a febbraio e i ragazzi sono partiti a settembre.
«Molti pensano che quella rotta sia chiusa dal 2016, invece, ci sono molti migranti che la percorrono e noi li abbiamo conosciuti viaggiando anche al loro fianco. Oggi è molto pericolosa perché è gestita dai trafficanti» spiega Baretta. I ragazzi hanno viaggiato “in incognito”, ma il fatto di possedere il passaporto ha agevolato il passaggio alle frontiere. Per 23 giorni si sono spostati con pulmini e mezzi pubblici, assistendo anche a respingimenti: «Ci siamo resi conto delle violazioni dei diritti umani e delle falle nel sistema di accoglienza europeo, perché i migranti venivano respinti prima delle interviste previste per la richiesta di asilo e veniva fatto con violenza – rivela Baretta –. C’è chi viene picchiato e abbiamo trovato addirittura un ragazzo che camminava senza una scarpa, persa durante il respingimento».
Ciononostante i ragazzi hanno potuto incontrare volontari e associazioni che assistono i migranti in queste situazioni delicate: «Questo ci ha confortato, perché, anche dove vengono calpestati i diritti, c’è un’umanità ininterrotta».
Durante la serata, verranno esposte una quarantina di foto di Barbara Beltramello e il racconto del viaggio sarà accompagnato dai suoni registrati da Casetta sulla Rotta dei Balcani.
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