Il Nazionale

Cronaca | 04 febbraio 2020, 17:45

Picchiata, legata e obbligata a saltare i pasti: tredicenne presunta vittima di maltrattamenti da parte dei sedicenti "genitori"

Lo scorso anno la ragazzina era finita in ospedale più volte. L’ultima volta nel marzo 2018 era partita la denuncia sfociata nel processo che si sta celebrando davanti al tribunale di Cuneo

Picchiata, legata e obbligata a saltare i pasti: tredicenne presunta vittima di maltrattamenti da parte dei sedicenti "genitori"

Avevano presentato domanda di ricongiungimento famigliare perché la ragazzina potesse venire in Italia dal paese d’origine, il Congo. La Questura, verificato che c’erano i requisiti sia per la capacità reddituale che per l’idoneità dell’abitazione, aveva concesso il suo nulla osta al consolato che doveva invece accertare il grado di parentela. Apparentemente tutto sembrava in regola, era stato rilasciato il visto e la bambina nel 2015 era arrivata nel nostro paese.

Lo scorso anno la tredicenne chiese l’intervento del 112 perché era stata aggredita dal “padre”. Non era la prima volta che finiva in ospedale a causa di varie ferite che lei aveva giustificato come conseguenze di cadute o altri episodi fortuiti.

L’ultima volta nel marzo 2018 era partita la denuncia sfociata nel processo che si sta celebrando davanti al tribunale di Cuneo. Dopo essere stata dimessa dall’ospedale la ragazzina era stata ospitata per qualche tempo da una coppia, per poi essere trasferita in una struttura protetta.

Secondo l’accusa mossa dal pm Chiara Canepa, la ragazza sarebbe stata malmenata dai sedicenti “genitori”, un uomo e una donna congolesi imputati per maltrattamenti aggravati in famiglia. Erano stati loro ad iscriverla alla scuola media dichiarandosi come i genitori. In realtà l’adolescente sarebbe la nipote della moglie dell’imputato, morta nel 2018.

Secondo il racconto della quasi quindicenne l’uomo la picchiava, le legava le mani, le faceva saltare i pasti e la obbligava a svolgere lavori pesanti in casa. Anche l’imputata, sorella dello ‘zio’, quando andava a trovarli avrebbe picchiato la ragazzina.

Bugie, secondo la donna, che ammette di averla rimproverata perché si comportava male con i cuginetti, ma non di averla picchiata, anche perché reduce da un intervento chirurgico. E difendendo il fratello: “Non ha mi fatto del male a nessuno”.

L’udienza è stata rinviata al 24 febbraio per il proseguimento dell’istruttoria.

Monica Bruna

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