Il Nazionale

Cronaca | 30 gennaio 2020, 11:37

Muore dopo quattro anni in stato vegetativo: da rifare il processo ai tre fratelli che pestarono il bracciante agricolo di Castiglione Tinella

L’uomo fu vittima della violenta aggressione consumata di fronte ai suoi figlioletti nel giorno di Pasquetta 2016. Nello scorso febbraio due dei tre aggressori furono condannati a una pena di 8 anni. L’avvocato di parte civile: "Mai fatto un giorno di carcere e mai pagati i 400mila euro di risarcimento disposti dal Tribunale a favore della famiglia"

Muore dopo quattro anni in stato vegetativo: da rifare il processo ai tre fratelli che pestarono il bracciante agricolo di Castiglione Tinella

Si è spento lunedì dopo quasi quattro anni vissuti in stato vegetativo, assistito in una struttura di Marene, Gorancho Gjorgiev, il bracciante agricolo macedone che nella serata del 28 marzo 2016, giorno di Pasquetta, fu vittima di una violentissima aggressione messa in atto da tre fratelli romeni nel cortile comune dell’abitazione di Castiglione Tinella nella quale le due famiglie risiedevano.

L’uomo, che all’epoca dei fatti aveva 39 anni, venne aggredito a colpi di mazze e bastoni insieme all’amico Tony Fidancho, di fronte a tre dei suoi quattro figlioletti – il secondogenito 11enne e due gemelline di 7 anni –, che dal balcone di casa assistettero impotenti a quanto il padre stava subendo

A causa dei colpi subiti l’uomo precipitò in un coma dal quale non si riprese più, mentre anche l’amico riportò ferite gravissime: trauma cranico, fratture pluriframmentarie del femore.
Il tutto, avrebbe accertato il processo celebrato ad Asti con rito abbreviato e chiuso lo scorso 14 febbraio, per futili motivi "condominiali" riguardo uno spazio condiviso. Furono i tre aggressori, tra l'altro, a contattare i Carabinieri per uno spazio, a loro dire, impropriamente utilizzato dai macedoni, mentre la rissa scoppiò una volta che gli uomini dell’Arma si erano allontanati dal luogo del diverbio.

La sentenza di primo grado pronunciata ormai quasi un anno fa dal giudice Federico Belli dispose la condanna a 8 anni di reclusione per tentato omicidio e rissa – a fronte di una richiesta di 10 anni avanzata dal pubblico ministero Luciano Tarditi – a carico di Adrian e Valentin Betea, mentre il terzo fratello, Alin Florin, venne condannato a un anno per rissa, con la sospensione della pena. Il giudice dispose infine a carico dei tre condannati il pagamento di una provvisionale a titolo di risarcimento immediatamente esecutiva di 100.000 euro per la vittima, 100.000 euro a favore della moglie, 30.000 per Fidanko, 50.000 per ognuno dei quattro figli dell’uomo.

Soldi dei quali "alla famiglia per il momento non è arrivato un euro, così come, nelle more dell’appello, i condannati non hanno scontato un giorno di carcere", conferma da Firenze l’avvocato Mattia Alfano, che insieme al collega astigiano Gianluca Bona assiste la moglie e due figli della vittima, in primo grado costituiti come parte civile, mentre altri due figli erano patrocinati da Raffaele Pellegrino e Tony Fidancho dall'avvocato albese Maria Cristina Marcarino.

"Col collega Gianluca Bona – prosegue il legale – ho già provveduto a inoltrare al Tribunale una memoria per chiedere che, alla luce del decesso di Gorancho Gjorgiev, il processo possa ripartire con una riqualificazione della fattispecie di reato, da tentato omicidio a omicidio volontario, come della sede competente a giudicarlo, dal Tribunale alla Corte d’Assise".   

Che il processo sia destinato ripartire dal primo grado per una diversa e più grave fattispecie di reato è ipotesi altamente probabile anche per l’avvocato astigiano Aldo Mirate, che insieme alla collega Chiara Pescarmona sostenne la difesa degli aggressori, chiedendone prima l’assoluzione e quindi proponendo appello contro la condanna di primo grado: "In occasione della discussione del tentato omicidio noi facemmo una battaglia sulla dinamica del fatto. Ora certo, ci saranno da fare alcune verifiche, che molto probabilmente porteranno a ipotizzare la la sussistenza di un nesso di causalità tra i fatti di allora e l’evento mortale ora sopraggiunto. Per cui quasi sicuramente il processo di omicidio travolgerà il vecchio processo, ripartendo da zero".

L’avvocato Mirate conferma peraltro che i suoi assistiti vivrebbero ancora sulle colline tra l’Albese e l’Astigiano: "Sono persone che hanno una vita normale, lavoratori, loro malgrado protagonisti di una vicenda dall’esito tragico e terribile, che, come verificato in modo abbastanza pacifico durante il processo, venne però innescata da atteggiamenti provocatori messi in atto dalla parte lesa".

Intanto la famiglia di Gorancho Gjorgiev attende che, compiuti gli accertamenti del caso, il medico legale conceda il nulla osta al trasferimento della salma nel paese natale dell’uomo, dove i genitori lo attendono per l’estremo saluto.

Ezio Massucco

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