Un lavoro pubblico è sempre importante e sempre atteso, ma vale doppio quando arriva in un contesto di periferia, in spazi decisamente da rilanciare. Ieri sera, nel corso di un’assemblea cittadina, è stato annunciato l’imminente intervento previsto per la cosiddetta ‘piastra’ del Cep, ovvero quel piazzale di via 2 Dicembre 1944 che ospita alcune tra le ultime attività commerciali della zona e che, fino a qualche tempo fa, ospitava pure un supermercato della catena Ekom, che non è stato purtroppo mai più riaperto.
Spazi commerciali ma anche sociali, visto che qui sono collocate la biblioteca ‘Firpo’, che insieme a quella di piazza Odicini a Voltri rappresenta uno dei due poli sul territorio del Municipio VII Ponente, e, a pochi metri di distanza, il circolo Pianacci, il principale ‘motore’ aggregativo della zona, un quartiere che conta oltre seimila abitanti e che equivale, in tutto e per tutto, a una piccola città. Anche per questo, la ‘piastra’ è uno spazio fondamentale e il suo rilancio è sempre stato molto a cuore sia ai cittadini che ai comitati che al Municipio stesso e al Comune di Genova. All’incontro aperto alla cittadinanza, sulle colline tra Voltri e Palmaro, hanno partecipato l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Pietro Piciocchi, il presidente del VII Ponente, Claudio Chiarotti, il consigliere comunale della Lega, Fabio Ariotti, l’assessore regionale all’Edilizia, Marco Scajola, e il direttore generale di Arte (l’Azienda regionale territoriale per l’edilizia della provincia di Genova), Girolamo Cotena.
In sala, anche gli assessori municipali Matteo Frulio e Maria Rosa Morlè. È stato proprio Frulio a dare l’annuncio tanto atteso: “Entro questa settimana inizieranno i lavori sulla ‘piastra’, per un importo di circa trentanovemila euro, provenienti dalla capitalizzazione di Aster. L’intervento prevede la riqualificazione della piastrellatura, con la sostituzione delle mattonelle ammalorate, e la riqualificazione dei muri dell’arena centrale, il tutto in previsione dell’intitolazione dello spazio a Nilde Jotti”.
Frulio, che è senza dubbio tra i politici più impegnati, attivi e concreti sul territorio, ha parlato di “promessa mantenuta” e ha ricordato che “la richiesta di questo cantiere arriva dal Comitato di quartiere di Ca’ Nuova, con il quale il Municipio collabora dal 2017. Nel 2018, sono state riqualificate le aiuole, sempre con fondi municipali, e sono state date in affido al comitato stesso. Nel corso del 2019, grazie all’intervento del Circolo Arciragazzi Prometeo, si è realizzato un murales a corredo di un articolato progetto dedicato al book crossing. Con la capitalizzazione 2019, si è deciso di completare la riqualificazione dell’area con questo intervento che inizierà a brevissimo”.
C’è bisogno di queste opere, c’è bisogno che da queste parti la ‘mano’ delle istituzioni continui a vedersi, in modo che i cittadini non si sentano abbandonati. Per quanto moltissimo sia ancora da fare, specialmente all’interno degli edifici che sono, giusto per ricordarlo, palazzi di edilizia popolare. La presenza del direttore di Arte ha fatto sì che venissero rammentati i numerosi problemi dei caseggiati. È stata chiesta una maggiore e migliore manutenzione, visto che in molte case piove o non funzionano le finestre. Una residente ha chiesto notizie circa l’eventuale riapertura del supermercato, ma al momento non pare esserci un interesse concreto da parte di alcun investitore.
In sala, ad ascoltare gli amministratori locali, erano presenti circa quaranta persone. Troppo poche, secondo Carlo Besana, presidente onorario del Circolo Pianacci e storico attivista del quartiere. Besana ha affidato il suo pensiero al blog che cura su internet: “Il quartiere conta circa seimila e trecento abitanti. All’assemblea erano presenti meno di quaranta persone, compresi alcuni rappresentanti dei comitati di altri quartieri periferici, come quello di Begato. Può anche darsi che ci sia stato, da parte degli organizzatori, qualche difetto di comunicazione, anche se mi hanno confidato di aver affisso diversi volantini. Però meno di quaranta persone sono comunque la ‘fotografia’ del disinteresse e/o della sfiducia ormai generalizzata, la stessa che porta oltre il 60% dei cittadini residenti nel quartiere a non esercitare il diritto di voto. Mi auguro che possa essere riproposta in futuro un’altra assemblea di questo tipo, magari chiedendo agli organizzatori di curare al meglio, anche facendosi aiutare, la comunicazione. Continuo a essere fiducioso, non voglio pensare che ci sia un disinteresse, così generalizzato, quando ci sono occasioni in cui i cittadini possono esprimere, direttamente ai loro amministratori, tutto il senso del loro disagio quotidiano”.
Qui sta la chiave di tutto. Perché si fanno le lotte, si dà battaglia se ha un senso farlo, se vengono condivisi obiettivi e interessi. Altrimenti un quartiere periferico diventa ancor di più un quartiere dormitorio e niente altro. Spegnere questa fiammella tenuta viva da tante persone di buona volontà, al Cep, sarebbe un errore gravissimo.
Cronaca | 23 gennaio 2020, 15:28
Cep, iniziano i lavori per la riqualificazione della ‘Piastra’ di via 2 Dicembre
Stanziati 39.000 euro per rifare piastrelle e muretti dell’arena centrale, lo spazio sarà intitolato a Nilde Iotti
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