E’ stata accolta la richiesta del PM ed è stato eseguito il sequestro preventivo delle polizze vita sottoscritte in favore degli odierni imputati (che sono stati rinviati a giudizio nel 2019) e che ora non beneficeranno del denaro che avevano intascato.
Si tratta di Gian Luigi Ranies ed Amalia Rossi, entrambi ultrasettantenni e rispettivamente ex collega badante dell’anziano e facoltoso Giacomo Anfossi di Sanremo, ex direttore della Carige. I due lo avevano circonvenuto e raggirato impossessarsi del suo ingente patrimonio, che ammonta ad oltre 6 milioni di euro. Inizialmente lo hanno isolato da parenti, amici e conoscenti, tanto da impedirne le visite, appendendo alla porta di ingresso un cartello con cui vietavano colloqui non preannunciati. Filtravano anche le telefonate di tutti e si rifiutavano di aprire la porta di casa anche agli inquirenti.
Hanno poi tentato, con vari mezzi, di spartirsi il denaro facendo firmare alla vittima diversi assegni che sono stati puntualmente rigettati dalla banca per le palesi difformità della firma. Avevano anche indotto l’anziano a sposare la badante, un matrimonio poi bloccato solo grazie al tempestivo intervento della Procura. I due, però, erano riusciti a far firmare all’uomo due atti, con cui potevano prima gestire il suo intero patrimonio ed alla sua morte ereditare l’intero capitale immobiliare e mobiliare.
Le indagini avevano accertato che, nel 2017 era stata sottoscrive una procura generale completa per poter operare su tutti i beni, mobili ed immobili, sul conto corrente e sul conto deposito titoli, in relazione al quale avevano già disposto lo spostamento tra liquidi e titoli, per quasi 4 milioni di euro, su un conto intestato ai due indagati, poi bloccato dalla banca. Ma hanno anche portato ad un testamento, dove venivano indicati quali eredi universali Amalia Rossi e Gianluigi Ranise, con la revoca di ogni altro precedente testamento.
L’indagine aveva già evidenziato la presenza sospetta di polizze (del valore di oltre 200mila euro), curiosamente intestate agli indagati nel 2014, ma all’epoca non erano emersi elementi sufficienti per poterne disporre il sequestro preventivo ed evitare che gli stessi ereditassero il patrimonio alla morte dell’anziano. Nel novembre 2019 Giacomo Anfossi è morto in condizioni inumane e per le quali è stato aperto altro procedimento
Quindi, a seguito di ulteriori indagini condotte da PM appartenente al gruppo fasce deboli con la Polizia Giudiziaria della Procura di Imperia del gruppo fasce deboli coordinato dal Procuratore Aggiunto dott.ssa Grazia Pradella, sono stati trovate le prove che confermavano i sospetti. In particolare, a seguito di un’accurata e complessa attività che ha visto coinvolte la Polizia con perquisizioni, sequestri, rinvenimento di documenti, analisi del materiale informatico (insieme Guardia di Finanza) con precisi ed articolati accertamenti bancari, è stato possibile accertare che le ricche polizze sottoscritte dalla vittima in favore degli indagati (che avevano ottenuto la sua piena fiducia con l’inganno e si erano finti benevole amico e amorevole badante-proponenda sposa) in realtà erano frutto di un’abile e preordinato raggiro.
Quest’oggi, quindi è stato eseguito il sequestro preventivo delle polizze vita e, con questo ultimo atto, l’intero patrimonio dell’anziano è stato salvaguardato. Un risultato che è frutto della particolare attenzione e sensibilità della Procura della Repubblica di Imperia, che ha supportato e sostenuto l’ulteriore riapertura delle indagini per garantire una pronta risposta di giustizia per questi reati di natura particolarmente odiosa.
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