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Cronaca | 14 novembre 2025, 07:21

Ordinanza anti-alcol, il “Modello Sanremo” piace e sembra funzionare: controlli serrati, cartelli multilingue e collaborazione tra enti e privati

Così il comando della Municipale e Palazzo Bellevue combattono gli eccessi nelle zone sensibili: educazione, telecamere e interventi mirati suppliscono alla carenza di agenti e, almeno per ora, la strategia sembra dare risultati

Ordinanza anti-alcol, il “Modello Sanremo” piace e sembra funzionare: controlli serrati, cartelli multilingue e collaborazione tra enti e privati

Da settimane ormai i cartelli dell’ordinanza anti-alcol sono diventati virali, fotografati e condivisi sui social, discussi nei bar e nei negozi del centro. Non solo per il contenuto – il divieto di consumare alcolici su area pubblica dalle 17 alle 8, con sanzione da 100 euro – ma per la loro caratteristica principale: il testo è riportato anche in lingua araba. Una scelta che ha fatto discutere e che, nelle intenzioni del Comune, punta a raggiungere fasce della popolazione che più faticano a comprendere le regole per motivi linguistici e culturali.

È proprio su questo piano, quello culturale, che da mesi la Polizia locale e Palazzo Bellevue stanno lavorando. L’ordinanza tradotta e collocata nei punti più sensibili non è infatti un gesto isolato ma parte di una strategia più ampia che unisce prevenzione, informazione e controllo del territorio. Una strategia che, a oggi, sembra produrre risultati concreti. Dai blitz serali ai controlli programmati, passando per le verifiche mirate nelle aree dove il fenomeno dell’abuso di alcol era più radicato, i segnali che filtrano dal comando sono improntati a un cauto ottimismo. L’azione coordinata sta funzionando: “siamo sul pezzo”, si lascia trapelare, anche se la prudenza resta alta per evitare facili trionfalismi. Il fenomeno non è scomparso, ma la situazione appare più gestibile.

Un ruolo decisivo lo sta giocando anche il comportamento degli esercizi pubblici. Le attività chiudono alle 22 come previsto dalle norme sulla somministrazione serale e i locali abilitati restano aperti fino all’1, ma nel complesso rispettano le prescrizioni. Le sanzioni ci sono – soprattutto ai “soliti noti” sorpresi con birre acquistate fuori dalle zone consentite – ma non rappresentano più un’emergenza quotidiana. In alcuni casi gli agenti procedono allo sversamento immediato delle bottiglie, applicando la linea della tolleranza zero prevista dall’ordinanza.

Accanto ai controlli ordinari, prosegue anche la sinergia con le altre forze dell’ordine. Non è raro che la Polizia locale operi insieme a Polizia di Stato e Carabinieri, soprattutto nei fine settimana o in presenza di criticità particolari. A questo si aggiunge l’uso della videosorveglianza, che consente di monitorare i punti sensibili e di intervenire più rapidamente. Un ulteriore tassello del nuovo modello di sicurezza urbana è il “patto” firmato in Prefettura quindici giorni fa insieme alle associazioni di categoria. Un accordo che coinvolge esercenti, forze dell’ordine e Comune in un percorso condiviso: più steward nelle zone delicate, maggiore illuminazione, monitoraggio continuo e una cultura della collaborazione che possa prevenire situazioni di rischio prima che richiedano interventi drastici.

Il ragionamento alla base è semplice: quando un’area sfugge al controllo, quella stessa zona rischia di diventare oggetto di nuove ordinanze restrittive. Prevenire significa evitare che questo accada, preservando sia la sicurezza sia la vivibilità urbana. La sfida sarà garantire continuità soprattutto in vista delle festività natalizie, da sempre periodo più complesso per la gestione del territorio. Ma il modello costruito negli ultimi mesi – fatto di coordinamento, controlli, tecnologia e coinvolgimento degli operatori – viene considerato un laboratorio efficace, una strada che permette alla città di affrontare i problemi senza scaricare il peso solo sulla Polizia locale, che non dispone di un numero di agenti sufficiente per presidiare ogni angolo della città.

Sanremo sperimenta così una modalità di lavoro più moderna, partecipata e preventiva. E, almeno per ora, i risultati sembrano darle ragione.

Andrea Musacchio

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