"Le parole in questo processo stanno a zero. Qui, il video parla da solo".
Sono queste le parole con cui il pubblico ministero Davide Greco, già rappresentante dell'accusa in primo grado ad Asti e applicato dalla procuratrice generale presso la Corte d’Appello di Torino Lucia Musti, ha ribadito le sue conclusioni nella vicenda di Mario Roggero, per cui in Corte d'Assise aveva chiesto una condanna a 14 anni di carcere. La condanna da lui richiesta per conto della Procura Generale in Corte d'Appello conferma quella chiesta ad Asti: 14 anni.
Il pubblico ministero, attraverso i filmati delle otto telecamere di videocamere di sorveglianza della gioielleria, di cui due non funzionanti, ha ripercorso che cosa accadde quel pomeriggio del 28 aprile 2021.

Ancora una volta, il sostituto procuratore ha parlato di “vendetta” e di “giustizia privata” dietro ai cinque colpi di pistola esplosi dall’imputato all’esterno del suo negozio: “Il primo era diretto ad Alessandro Modica. Il secondo era quello contro Andrea Spinelli. Il terzo colpo viene sparato a Giuseppe Mazzarino che, di spalle, era senza refurtiva. Il quarto ferisce Alessandro Modica al ginocchio. L’ultimo non ha attinto nessuno”.
Quanto ad Alessandro Modica, come sostenuto dall'accusa, l'uomo riuscì a scampare la morte grazie allo specchietto dell'auto. "Se la sua energie cinetica non fosse stato fermato dallo specchietto - ha detto il pubblico ministero - il proiettile l’avrebbe colpito al volto”.

Rilevante per il magistrato la condotta post-delitto dell’imputato: “Nel video si può vedere che Roggero ha sparato quattro colpi, ma continua a premere il grilletto - ha continuato il Pm -, mira alla testa di Giuseppe Mazzarino che è già ferito a morte". "Che cosa voleva difendere in questo momento Roggero – ha incalzato il sostituto Greco davanti alla Corte d'Assise -? Se l'imputato è in grado di rispondere a questa domanda, dovete assolverlo. Questa non è una condotta difensiva".

Quanto alla legittima difesa, impossibile, ancora una volta, da prendere in considerazione, ha sostenuto il pubblico ministero: “Tutti i fatti avvengono fuori dalla privata dimora perché un parcheggio, anche se privato, non rientra nella definizione di domicilio: la Cassazione è chiara sul punto”.
Anche sulla circostanza che Roggero agì perché credeva che i malviventi ne avessero rapito la moglie il pubblico ministero non ha mezzi termini. "Vedendo queste immagini, dove pensava di trovarla? Pensava ci fosse sua moglie lì?".

"L'imputato ha il sacrosanto diritto di mentire – ha concluso il pubblico ministero -. Ma qui Roggero ne ha fatto l’argomento uso. Ma voi giudici avete il diritto di non credere alla bugie. Il suo obiettivo era ucciderli tutti e tre, e questa è la fine del processo. Non fu nessuna legittima difesa, ma una illegittima vendetta”.
Severe anche le parole dell'avvocato generale dello Stato, il dottor Giancarlo Avenati Bassi: "Roggero ha cambiato versione molte volte. Anche la scelta di oggi di rendere spontanee dichiarazioni dopo l'accusa e la parte civile, è un modo per aggiustare il tiro. Si prepara per farsi trovare preparato". "Secondo il gioielliere è un processo fuffa – ha aggiunto -: dentro di sé lui ha la convinzione di aver fatto bene. Qui c'è una persona che ha bisogno di essere rieducata".



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