La Liguria si prepara a un'estate di passione per i trasporti: la manutenzione straordinaria del ponte di Bressana Bottarone, sulla linea ferroviaria Milano-Genova, è il punto nevralgico della crisi che il Movimento 5 Stelle ha oggi voluto evidenziare per pendolari, turisti e aziende, nonché al trasporto merci. A partire da Lunedì 21 luglio prenderà infatti il via la fase 2 dei lavori di RFI per la riqualificazione del ponte, con un intervento che comporterà la sospensione temporanea della circolazione dei treni nella tratta interessata e l’attivazione di servizi sostitutivi su gomma.
Le critiche si abbattono sul Governo e in particolare sul Ministro Matteo Salvini, accusati di "silenzio olimpico" e di investire in "monumenti all'inutilità" come il Ponte sullo Stretto di Messina e il riarmo del Paese, trascurando la manutenzione quotidiana e la sicurezza delle infrastrutture esistenti, che versano in condizioni "vergognose" con servizi scadenti e pedaggi in aumento.
Questa mattina i deputati Valentina Barzotti, Antonino Iaria, Roberto Traversi, il senatore Luca Pirondini, l'europarlamentare Gaetano Pedullà, il capogruppo al consiglio regionale ligure Stefano Giordano, il consigliere regionale piemontese Pasquale Coluccio e il coordinatore provinciale di Pavia Simone Verni sono partiti da Milano Rogoredo con il treno delle 7,38 per fare tappa a Voghera (dalle 8,15 alle 8,56), Tortona e arrivare a Genova alle ore 10,25.
“Siamo partiti senza sapere quando saremmo arrivati, ma soprattutto abbiamo raccolto le lamentele, il disagio, lo sdegno di moltissime persone che fanno questo per lavoro, ma anche di chi si sposta per turismo - spiega Gaetano Pedullà, eurodeputato del Movimento 5 Stelle -. La cosa che ci hanno segnalato in particolare è proprio la mancanza di informazioni e un servizio non decoroso. Pensare che si stanno spendendo miliardi di euro per un monumento all’inutilità, com’è il ponte sullo Stretto di Messina, o che se ne spenderanno ancora di più per il piano di riarmo, mentre qui servono infrastrutture, servono treni, servono servizi... è inaccettabile”.
Quella della riduzione dei tempi di percorrenza tra Genova e Milano in meno di un’ora è, per l’eurodeputato, una favola: “Il percorso è molto lungo: si vede che servono investimenti, infrastrutture, serve un’attenzione che è mancata in questi anni. Non ci sono stati gli investimenti necessari, non c’è stata attenzione. Il ponte di Bressana non è una novità che avesse bisogno di manutenzione. Noi abbiamo chiesto di aprire un tavolo, quantomeno con le Regioni, con il Ministero. Ecco: silenzio. C’è stato disinteresse, finchè è arrivata la decisione di chiudere tutto in estate si chiude tutto, e si prova a fare i lavori che non si sono fatti per anni. Ma in quest’estate, quanto pagheranno i pendolari, i lavoratori, i turisti?”
Dal Ministero, però, non arrivano rassicurazioni: “Il silenzio olimpico del ministro Salvini, il quale credo sia appena andato in Giappone a vedere il modellino, a vedere dei ponti che, tra l’altro, sono molto diversi rispetto a quelli che lui immagina di realizzare sullo Stretto di Messina. Perché non viene in Lombardia, in Liguria, in Piemonte, a vedere i ponti, molto più semplici, che si possono realizzare e che vanno realizzati? Con i soldi del ponte di Messina potremmo costruire centinaia di ponti qui, dove servono davvero, e forse il sogno di Milano-Genova in poco tempo si potrebbe realizzare… nel secolo”.
“È chiaro che questi lavori fossero necessari - precisa Antonino Iaria, deputato del Movimento 5 Stelle, capogruppo in Commissione Trasporti alla Camera - . Il problema è un altro: si tratta di lavori di manutenzione, ma non risolutivi, ed è questo il grande problema. Noi, come Movimento 5 Stelle, abbiamo portato il PNRR, che prevedeva anche fondi per le infrastrutture. Questo governo, come abbiamo già detto più volte, spreca 14 miliardi e poi riesce solo a fare lavori di manutenzione sui ponti. Quindi è molto probabile che il ponte di Bressana Bottarone chiuda anche il prossimo anno. Se non si mette in campo una politica infrastrutturale seria, che preveda la sostituzione dei ponti, questi problemi ce li porteremo dietro per anni. Ecco qual è il vero nodo della questione infrastrutture in Italia. Non è che siamo contro un’opera a prescindere: siamo contro lo spreco di denaro pubblico quando ci sono tante altre urgenze che aspettano da anni una soluzione”.
“Viaggiare tra Genova e Milano, durante quest’estate, soprattutto fino a fine agosto, sarà un calvario per i cittadini genovesi e liguri, ma anche per quelli milanesi che vogliono venire qui - spiega il senatore Luca Pirondini -. Questo è un problema per il turismo della nostra regione, della nostra città, ed è un problema per tutti quei pendolari che lavorano su questa tratta. Noi segnaliamo questa situazione da marzo: io, Roberto Traversi e i colleghi della Camera abbiamo presentato delle interrogazioni per chiedere cosa sarebbe stato fatto per ovviare al problema. La risposta? Oggi sono, come dire, solo ‘tapulli’, come diciamo a Genova, ma non c’è una vera risoluzione. La manutenzione, certo, è evidente che vada fatta, però andavano trovate soluzioni per non creare un disagio così grande ai cittadini liguri e alle imprese liguri”.
Tutti i presenti hanno indossato magliette eloquenti: “Per il ponte sullo Stretto miliardi sprecati, per i pendolari disagi assicurati”, una denuncia contro la mancanza di attenzione verso queste tre regioni: “Le interrogazioni le abbiamo rivolte al ministro Salvini, che però ci ha dato risposte evasive, del tutto insufficienti, probabilmente perché troppo impegnato a buttare via soldi sul ponte sullo Stretto. Nel frattempo, le ripercussioni che viviamo nella nostra città e nella nostra regione sono queste: un disagio enorme che si poteva evitare, semplicemente programmando meglio. Non è semplice avere un contatto con RFI, ma questo da sempre - continua -. Tra l’altro, ultimamente, proprio in una trasmissione abbiamo ragionato sulle difficoltà infrastrutturali della Liguria e di Genova. E il problema sta diventando sempre più grande. Chi da anni si dichiara favorevole allo sviluppo delle infrastrutture, poi dovrebbe dimostrarlo con i fatti”.
“La situazione delle autostrade, poi, credo sia un unicum a livello mondiale. Non solo per la complessità delle tratte da percorrere, ma anche per la mancanza di sicurezza. Noi denunciamo da anni che, ad esempio, quando ti trovi a viaggiare, di notte, ma non solo, su una corsia alternata, con dall’altra parte un tir che ti viene incontro e magari ti sfiora la macchina… beh, penso che questo sia un problema enorme. Non si tratta solo dei tempi di percorrenza: è anche, e soprattutto, un problema di sicurezza. Ed è una vergogna che si registrino addirittura aumenti sulle autostrade liguri. È evidente che quel modo di viaggiare è totalmente insicuro. E non bisogna aspettare i morti per ammettere che esiste un problema gravissimo nella nostra regione. È una vergogna che nella nostra regione si paghino le autostrade”.
La protesta andrà avanti anche davanti alla sede del Consiglio Regionale, il prossimo mercoledì: “Mercoledì, con il Consiglio regionale chiamato a discutere la variazione di bilancio, questa tematica si inserisce in un contesto estremamente importante - spiega il capogruppo al consiglio regionale ligure Stefano Giordano -. Pensiamo quindi sia giusto organizzare una manifestazione davanti alla Regione, per riportare al centro quelli che sono i bisogni quotidiani dei cittadini.
Parliamo di pendolari che andrebbero santificati per la loro pazienza: sanno quando partono, ma non sanno quando arrivano, e questo nella quotidianità. Figuriamoci quando c’è un ponte come quello di Bressana che entra in manutenzione straordinaria. Come genovese dico: “facciamola la manutenzione”. Ma il problema è che dietro non c’è alcun tipo di pianificazione per aiutare i pendolari. Addirittura il presidente Bucci dice: 'aumentiamo la frequenza dei treni Genova-Milano', dimenticandosi però della “terra di mezzo”. Né Novi né Alessandria saranno inserite come fermate nei treni a maggiore frequenza. Quindi è tutto sbagliato, e non solo a livello regionale, ma anche a livello nazionale.
Da una parte la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, pensa a riarmare il nostro Paese, cosa di cui certamente non abbiamo bisogno. Dall’altra, il ministro Salvini è concentrato sul ponte di Messina, dimenticando la manutenzione quotidiana della rete infrastrutturale che già esiste. Abbiamo autostrade che cadono letteralmente a pezzi. Abbiamo processi giudiziari, come quello sul crollo del Ponte Morandi, che da Genova rischiano di finire a Roma, con l’incertezza assoluta su come andrà a finire. Il cittadino si trova davanti una rete autostradale fatiscente: entra, paga e riceve un servizio scadente. Il pendolare cerca di fare la sua parte, anche rispetto agli impegni ambientali dell’agenda 2030-2050. Perché se continuiamo a inquinare, non ci sarà più futuro per nessuno su questa terra.
Ma alla fine è costretto a usare l’auto, perché non ha un’alternativa su ferro decente. E anche lì: saprà quando parte, non saprà quando arriva, ma sicuramente saprà quanto gli costerà questo ‘gioco’”.
"Viaggiare in Liguria è veramente un incubo - commenta l’ex Sottosegretario ai Trasporti e membro della Commissione Trasport Roberto Traversi -. Lo vediamo sulle autostrade, ma anche in ferrovia. Io, tendenzialmente, utilizzo i treni regionali e vivo nel Levante Ligure, quindi preferisco sempre gli spostamenti in treno quando è possibile. Ma stiamo vivendo davvero un periodo molto difficile. Stamattina il nostro viaggio è cominciato molto presto da Rogoredo. Abbiamo fatto delle tappe a Voghera e a Tortona. Quella è un po’ la zona nevralgica, perché con la manutenzione straordinaria prevista, sarà quella a soffrire di più per quanto riguarda i pendolari.
Per quanto riguarda la Liguria, magari qualche ligure va a Milano a lavorare, ma i numeri non sono altissimi. La preoccupazione più forte viene da alcune categorie economiche: i primi ad avvisarci del problema sono state le federazioni degli albergatori, soprattutto delle Riviere, perché temevano che, in particolare per il turismo mordi e fuggi e per un tipo di turismo con un’età media un po’ più avanzata, queste criticità avrebbero potuto spingere i turisti a scegliere altre destinazioni”. E conclude con un monito: “La vicenda del ponte Morandi ci deve insegnare qualcosa: non si può arrivare sempre a fine corsa con le strutture. La manutenzione, come abbiamo sempre detto noi, deve essere straordinaria, ma fatta per tempo, senza attendere che si arrivi a una crisi come quella attuale, dove poi si è costretti a chiudere tutto. E un'altra cosa: se ne parlava già da gennaio. Si poteva gestire in modo diverso. Ad esempio, si potevano prevedere dei cantieri notturni, come a volte accade anche in autostrada. Questo avrebbe sicuramente limitato i danni. Invece ora il disagio è enorme. L’abbiamo visto anche davanti alla stazione di Voghera: i baristi, i commercianti, tutti si lamentano. E i nostri albergatori lo fanno a gran voce”.
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