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Politica | 17 luglio 2025, 17:46

Palasport, l’amministrazione tira il freno e chiede il parere dell’Avvocatura: “Serve trasparenza, stop a nuove autorizzazioni”

L’assessora al Commercio Tiziana Beghin ha denunciato la difformità tra progetto urbanistico e autorizzazioni commerciali, chiedendo lo stop a nuove concessioni. Il consigliere Marangoni: “Ora si ammette che è un centro commerciale, non tematico”. Sul piatto, un polo da cento negozi e quindicmila mq

Palasport, l’amministrazione tira il freno e chiede il parere dell’Avvocatura: “Serve trasparenza, stop a nuove autorizzazioni”

Non si arrestano le polemiche legate al piano commerciale previsto all’interno della struttura del Palasport, al Waterfront di Levante. Il tema è stato discusso nella seduta odierna del consiglio comunale, sollevata dal consigliere Edoardo Marangoni, che ha presentato un’interpellanza per conoscere le misure che l’amministrazione vuole portare avanti. 

Possiamo chiamarlo centro polifunzionale, galleria commerciale con centro sportivo o in altri modi - ha detto in aula l’assessora Tiziana Beghin - ma la sostanza non cambia. Purtroppo. Forse cambia per chi oggi tenta disperatamente di sfuggire alle responsabilità per il risultato cui siamo arrivati”. Entrando nel merito, Beghin ha chiarito lo stato dell’arte: “La prima cosa che ho notato è che esiste una difformità tra il PUO (Progetto Urbanistico Operativo) e l'autorizzazione commerciale che è stata rilasciata.  Il testo relativo alle caratteristiche di un centro commerciale tematico parla di centri commerciali che siano coerenti con il luogo in cui insiste il parco commerciale tematico; deve esserci poi l'elemento della novità; e infine deve esserci l'elemento relativo all'attrazione di flussi di domanda sovraregionali. È evidente che nella misura in cui io disegno una cornice che cancella l'analitica, quindi il mare, il progetto non è coerente con il luogo in cui si inserisce il centro commerciale tematico”. 

Il problema, secondo l’assessora, è quindi anche nella vaghezza del tematismo indicato: “Sport, fitness, tempo libero, salute, turismo, eccellenze della moda, alimentazione tipica… Un perimetro talmente ampio da lasciare spazio a qualsiasi tipo di insediamento commerciale. Di fatto, oggi è già presente anche un punto vendita della grande distribuzione, difficilmente inquadrabile nella promozione delle eccellenze enogastronomiche locali”.

Nei fatti, noi oggi abbiamo un centro commerciale che è di proprietario privato, che è legato invece a un centro sportivo, perché faccio un po' fatica a chiamarlo palazzetto dello sport viste le dimensioni e le capienze, che invece è di proprietà comunale. E questo, nella responsabilità nei confronti dell'ente e dei cittadini, non possiamo non tenerlo in considerazione. Però è anche corretto, credo, a tutela proprio dell'ente e dei cittadini stessi, avere un confronto con l'avvocatura e con un esperto che ci dia un conforto rispetto a quelle che sono le posizioni e le possibilità future. E quindi io ho chiesto all’Avvocatura di esaminare tutti gli atti, in modo che abbiamo chiara la posizione di quello che è oggi. Nel frattempo - ha aggiunto - ho chiesto agli uffici di non procedere con nessuna ulteriore autorizzazione, formale o informale, relativa allo sviluppo del progetto”.

Il parere dell’Avvocatura dovrebbe arrivare entro un paio di settimane: “I lavori di ultimazione spettano ai gestori del centro, ammesso che abbiano perfezionato l'operazione di acquisto. Rilevo che né da CDS né dai nuovi gestori del centro è stata fatta una richiesta di incontro con me: queste sono tutte informazioni che ho appreso. Faremo delle valutazioni sulla base di quello che ci dirà l’Avvocatura perché ci sono veramente da tenere in considerazione moltissimi aspetti. Non ultimo, la tutela dell’ente, dei cittadini e degli operatori commerciali già presenti nella zona, giustamente preoccupati dalla concorrenza di un grande polo commerciale a pochi metri dalle loro attività”.

Credo che la prima cosa importante - conferma il consigliere Edoardo Marangoni - sia chiarire che di questa operazione noi non abbiamo alcuna responsabilità e che in tutti questi anni l'abbiamo chiaramente contestata. Ci siamo posti in tutti i modi, in tutte le forme, in tutte le sedi e loro hanno sempre rivendicato invece che quell'operazione non fosse come noi giudicavamo, cioè un centro commerciale, ma invece qualcosa di tematico. Ma mi pare di aver capito, da quello che ha detto l'assessore, che quella è una bugia ed è quello che un po' fa ancora più male”.

Oltre all’opposizione, i commercianti hanno sempre espresso contrarietà all’operazione proprio in funzione della presenza di un grande centro commerciale - continua a spiegare -. Ora ci ritroviamo  impiccati su questo progetto, anche perché se ne sono andati a metà del mandato. Quello che noi chiediamo alla Giunta è provare a fare il possibile, come condiviso dall’assessora Beghin, capendo bene quali sono i margini di manovra, su più piani, non solo politici, per agire e dare un colpo a questo progetto verso quello come dovrebbe essere la vocazione. È evidente che quell'arena non potrà più ospitare né grandi eventi sportivi né grandi eventi musicali. Quello che è importante è capire che quella non è una realtà nostra, è una realtà della Giunta di Bucci e Piciocchi e del loro manifesto”.

L’area, lo ricordiamo, dovrebbe ospitare circa 100 negozi, tra cui un supermercato Esselunga, marchi di moda, catene sportive come Cisalfa e varie attività di ristorazione (McDonald’s, Burger King, pizzerie) su una superficie di circa 15.000 mq.


 

C. Orsetti - I. Rizzitano

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